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PROLOGO

Roberto Puccio

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Non avrei mai immaginato che un uomo potesse arrivare a tanto, non a queste condizioni. Specie se l’uomo di cui parlo è mio padre, una persona che conosco profondamente e che mi ha insegnato, nell’arco della breve vita trascorsa insieme, a riconoscere i sentimenti padroni del mondo: l’amore e l’odio.

Negli ultimi sette anni ho vissuto la sua assenza con una consapevolezza: un giorno, la corrente della rivalsa ci avrebbe trascinato nelle stesse acque, riunendoci. Una meta. Un indennizzo per il tempo speso a ricercare tessere di un mosaico che avremmo assemblato insieme con l’intento di ricavare l’immagine della realtà scarnificata di ogni congettura.

Adesso, che ho la verità sotto gli occhi incisa dalla sua mano con inchiostro e sangue, vorrei non vedere per non sentire. Non ero pronto, non a questo. Le parole che ho letto sono lame che scivolano sulla pelle come carezze.

Avrei preferito non sapere. La conoscenza, quando ti toglie l’identità, si trasforma in una corrente indomabile. Ti trascina via attraverso canali privi di zone d’appiglio in cui l’unica cosa che puoi fare è cercare di rimanere con la testa fuori dall’acqua.

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LA MANIPOLAZIONE DELL’ANIMA

Roberto Puccio

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Rileggo ogni concetto. Incredulo. Dovrei essere felice ma non lo sono. Provo rammarico e gioia mentre continuo a fissare questa sorta di testamento che mi è stato consegnato. Respiro la follia e capisco quanto le emozioni e i sentimenti possano essere descritti con un’antitesi. Per fare qualcosa di straordinario basta essere normali. L’odio e il disprezzo trovano le loro origini nell’amore. La vendetta è la ricerca di un perdono in cui ci si specchia quotidianamente.

Rivivo ogni momento. Il viaggio, la famiglia, le cicatrici. Sulla pelle consumata traspare il dolore con cui ho messo in discussione ogni debolezza, e questo è soltanto un altro segno, un tatuaggio, come quello che ho voluto marchiare sul dorso della mano per avere sotto gli occhi tutto quello che sarei riuscito a prendere e quello che avrei lasciato.

“Sei il risultato di ciò che sei disposto a sacrificare”, questo mi diceva mio padre, e adesso, che mi ha regalato un epilogo agghiacciante sottratto a una realtà capace di annientare la più efferata fantasia, ho capito il significato.
  

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LA MANIPOLAZIONE DELL’ANIMA

Roberto Puccio

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Stringo la lettera in un pugno e trovo la spinta emotiva per scrivere il finale della mia storia: la descrizione di uno stato d’animo che non mi abbandonerà mai. Tornerà sempre. Lo stesso di prima. Ma sarà diversa l’impronta che lascerà in un terreno arido in cui le lacrime avranno smesso di piovere.

Mi chiamo Dragan Kodermac e sono uno che scrive.

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LA MANIPOLAZIONE DELL’ANIMA

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