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Controllare il telefono per gelosia

Tempo di lettura: 8 Minuti
dare l'idea di controllare il telefono

«Controllare il telefono del partner per gelosia è ingiusto…

è una dimostrazione di sfiducia. Capisci cosa voglio dire!? Il concetto mi infastidisce: “controllare il telefono della persona con cui vivi per gelosia, perché credi che ti tradisca!” A mio avviso, questo indagare come un detective serve solo a dimostrare la propria insicurezza. Oltretutto, è una violazione della privacy».

«Violazione un cazzo!

Siamo una coppia, stiamo insieme da anni e condividiamo ogni cosa; bene, guardare il tuo telefono potrebbe essere un problema solo se hai qualcosa da nascondere».

«Ispezionare il telefono per una gelosia immotivata è un problema perché, infondo, tutti abbiamo diritto ad avere dei piccoli segreti

cose banali, di poco conto, che però potrebbero infastidirti. Frasi fatte buttate lì, in un messaggio che, molto spesso, è frutto di un pensiero preso al volo, magari mentre guidi o stai lavorando, a cui non hai dato peso e che nemmeno ricordi di avere inviato».

comunicare con il telefono su whathappp

«Stai ammettendo che nel tuo telefono c’è qualcosa che potrebbe infastidirmi?

Tipo dei messaggi confidenziali con tanto di cuore che pulsa a persone che “io” conosco appena o proprio per niente? Già, potrebbe essere. Oppure commenti inappropriati che non faresti mai davanti a me e che invece fai su qualche gruppo di whats app? Potrebbe? O magari qualche messaggio notturno, di quelli che si mandano solo quando si è in stretta confidenza e in vena di un ritrovato romanticismo; dici che potrebbe infastidirmi?»

«Dico solo che potresti fraintendere,

il più delle volte si usano le faccine per sottolineare delle parole, argomenti, ma è tutto fatto in buona fede! Ci si abitua ad usare un linguaggio con le icone per non essere fraintesi, per dare forza al discorso».

«Se fossi in buona fede non ti preoccuperesti più di tanto,

mi faresti usare il tuo cellulare senza troppi problemi. Lo lasceresti in giro invece di portartelo al cesso dove, tra l’altro, ci passi delle ore a inviare messaggi vocali. Prima i commenti e i pettegolezzi si facevano al bar o dal parrucchiere; adesso è cambiato tutto. Tu sarai in buona fede, ok, e se dall’altra parte c’è un tentativo di avvicinamento che va oltre? Dovrei lasciare correre chi, dall’altra parte, si prende certe confidenze con la persona con cui condivido gioie e dispiaceri?

«Ok, tieni il telefono!

Te lo lascio per tutto il tempo che desideri. Controlla la rubrica, i messaggi su WhatsApp, le foto… Improvvisati Sherlock Holmes, quello che vuoi: non ho nulla da nascondere! Solo una cosa: non risponderò a nessuna domanda scaturita da quello che vedi o leggi. Guardalo e basta!»

«Ho già controllato il tuo telefono…

e sai cosa ti dico? Scommetto che, proprio adesso, mentre mi parlavi facendo finta di niente, hai fatto piazza pulita di tutti quei messaggi che ho già letto, e che, come dici tu, avrebbero potuto farmi incazzare. Perfetto. Non voglio alcuna spiegazione. Avevi ragione: è stato un errore controllare il telefono. D’ora in poi, preferirò non sapere nulla».

«L’hai esaminato? perfetto!

Quindi, cosa credi di sapere adesso? Quale verità hai scoperto? Personalmente, io, ho scoperto qualcosa di importante: non ti fidi di me! Sei una persona insicura. Hai bisogno di conferme. Inoltre, ho capito di avere perso ogni libertà. Controllare il telefono del partner dovrebbe essere reato! Questo è il male di una coppia. Questo fa sentire in prigione dopo tanti anni di relazione».

«Vuoi la libertà? Vuoi liberarti della mia gelosia?

Quell’affare ti da la possibilità di uscire di casa anche quando sei dentro; questa è la verità. La mia gelosia è scaturita dal tempo che dedichi al cellulare. Sei presente fisicamente, mai mentalmente! Sei fuori da tutto quello che ci circonda e con il cervello continuamente impegnato altrove. Parli con gente che non vedi. Guardi luoghi in cui non sei. Litighi con persone che non conosci. Ti illudi di essere libero; stai solo annientando il tempo di chi sta al tuo fianco».

dare l'idea di libertà dai controlli del cellulare per gelosia


E tu? Da che parte stai?

Ti dico la mia

Controllare il telefono del partner potrebbe essere una conferma ai nostri dubbi qualora trovassimo prove inconfutabili ma, il più delle volte, può rivelarsi un errore. Infatti, si rischia di fomentare dubbi uscendo fuori strada, assegnando un significato distorto a quello che leggiamo.

Ecco cosa ne pensano gli psicologi: appena finisci il mio articolo LEGGI QUESTO

Il problema nasce dal modo in cui si usa il telefono

Lo smartphone è uno strumento eccezionale: abbiamo il mondo in un palmo della mano. Averlo ci rende dei supereroi; è un potere! Ricorderai sicuramente la celebre frase di Ben Parker, zio di Peter Parker (alias uomo ragno), che recita: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Secondo il mio parere, dovremmo, semplicemente, usarlo più responsabilmente. Ci sta rubando la cosa più preziosa che abbiamo: il tempo presente. Viviamo stretti nella morsa di un passato pieno di bei ricordi; vicende in cui eravamo felici e non lo sapevamo! Siamo costantemente proiettati al futuro: domani sarà migliore; la prossima estate farò un viaggio; da settembre inizio ad allenarmi; da lunedì inizio a fare dieta. Farò, andrò, vedrò… Quindi ti chiedo: e il presente? Ce lo siamo giocati!

Ci sono due giorni all’anno in cui non si può fare niente. Uno si chiama ieri e l’altro si chiama domani, perciò, oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere!

Dalai Lama

L’unica realtà che possiamo vivere la spendiamo con la mente canalizzata dentro quell’apparecchio infernale

Notifiche continue. Mail, Whatsapp, Facebook. Instagram… Social piacevoli da usare per essere connessi con il mondo e, soprattutto, per essere disconnessi dalle persone con cui vivi fisicamente; che tristezza! Bisognerebbe trovare l’equilibrio. Assumere a piccole dosi giornaliere. In poche parole: non esserne dipendenti. Invece siamo assuefatti. Lo usiamo per lavorare, per socializzare, per giocare, studiare, rincoglionire.

WhatsApp: il peggiore in assoluto.

Messaggi a raffica. Una tempesta di notifiche continue. E poi, un suono ricorrente che distoglie la nostra attenzione da tutto quello che stiamo facendo. Mentre stai parlando la gente ti guarda con la faccia da ebete e fa finta di ascoltarti… In realtà, con un occhio storto cerca di leggere la notifica appena arrivata, vale a dire che non c’è con la testa.

Il gruppo delle mamme a scuola e quello della palestra. Poi c’è quello del calcetto, degli amici larghi e quello dei più stretti. E ancora… Quello dei parenti con tanti sottogruppi minori che si restringono fino a tre persone. C’è quello istantaneo, per organizzare feste, compleanni, eventi; gruppo che si autodistrugge man mano che i membri abbandonano. Poi c’è gente che si elimina dal gruppo, gente che si offende perché non è nel gruppo e gente che vuole amministrare il gruppo. E per finire, una sfilata di video virali che, come il covid-19, fanno il giro del mondo attraverso le nostre mani e che hanno esaurito la memoria dei nostri “telefoni” oggetto con cui non riusciamo più a fare una banale telefonata.

Un compagno fedele… Sempre con noi

Sul comodino mentre dormiamo. Sulla tazza del cesso al posto della settimana enigmistica. Alla guida come dei malati deturpati delle capacità di intendere e di volere. In palestra: allenarsi senza avere la minima connessione con il proprio corpo. Senza percepire la fatica. No. Troppo impegnati a mandare messaggi fra una serie e l’altra. Allenamenti che durano 3 ore. Unico risultato ottenuto: Tunnel carpale.

Inoltre, famiglie intere, di 4/5 persone, sedute al tavolo di una pizzeria e avvolti da un silenzio imbarazzante: tutti con la testa piegata sul cellulare. In effetti, ogni tanto c’è uno sguardo complice per lanciare un occhiata sul display dell’altro, una risata condivisa per il video cazzone di turno, poi ognuno ritorna a farsi i cazzi suoi. Sembra la scena di un film in cui il cervello delle persone è controllato da forze aliene.

In conclusione, se sei un mio amico e mi hai cercato al telefono, avrai capito perché lo tengo sempre in modalità silenziosa: per difesa. Per cercare di gestire al meglio il contagio da rincoglionimento da cellulare, occupandomi dei messaggi e delle chiamate come meglio credo e nei tempi in cui decido di dedicarmici.

Voglio essere presente quando sono in compagnia: “Esserci Ora” e sfuggire alla NOMOFOBIA: ossia il timore ossessivo di non essere raggiungibili al telefono cellulare.

“NO Mobile Phone PhoBIA”

Tra i sintomi/segni osservabili in un soggetto affetto da nomofobia, vengono inclusi i seguenti:

  • Ansia
  • Alterazioni della funzionalità respiratoria
  • Sudorazione profusa
  • Agitazione
  • Disorientamento
  • Tachicardia
  • Tremore

Tra le caratteristiche comportamentali si annoverano:

  • Uso regolare del telefono cellulare ed il trascorrere molto tempo su di esso
  • Avere sempre con sé uno o più dispositivi ed il caricabatteria, per evitare di restare senza batteria
  • Mantenere sempre il credito attivo
  • Esperire vissuti di ansia e nervosismo al solo pensiero di perdere il proprio portatile o quando il telefono cellulare non è disponibile o non utilizzabile
  • Monitoraggio costante dello schermo del telefono, per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate, o della batteria, per controllare se il telefono è scarico
  • Mantenere il telefono cellulare sempre acceso (24 ore al giorno)
  • Andare a dormire con cellulare o tablet a letto
  • Uso dello smartphone in posti poco pertinenti

La complessità di tale condizione sta assumendo dimensioni preoccupanti, specie tra i familiari dei soggetti colpiti (la maggior parte dei quali appartenente alla fascia adolescenziale ed infantile).

Per i soggetti affetti da nomofobia, diventa fondamentale ristabilire il contatto con il mondo reale (piuttosto che con il mondo digitale), ristabilire interazioni interpersonali nella vita reale, e le connessioni ‘face-to-face‘.
Il trattamento della Nomofobia risulta ad oggi ancora molto limitato, includendo principalmente terapie di tipo cognitivo-comportamentale, combinate ad approcci di tipo psicofarmacologico, in alcuni casi.

Fonte: https://neomesia.com/nomofobia,-cos%C3%A8-e-perch%C3%A8-%C3%A8-allarme/

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2 commenti su “Controllare il telefono per gelosia”

  1. Qui sarò breve. L idea di dover spiare il telefono lo trovo irrispettoso e forse, considerando i tempi, anche ingenuo. Ma io al dubbio preferisco il confronto, sempre.
    In merito al cellulare personalmente è sempre in modalità silenzioso e spesso x interi weekend abbandonato in borsa provocando ira nelle persone che mi cercano e non mi trovano 🤭🤭

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