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I pensieri ti rendono schiavo

I pensieri ci rendono schiavi: sono un limite alla vita

   Impulsi che scaricano alta tensione quando tenti di uscire dagli schemi, quando superi la zona comfort che in realtà è molto più simile a una gabbia mentale. Ti muovi come un criceto sulla ruota, un luogo “sicuro”. Hai le stesse amicizie da una vita. Percorri sempre la stessa strada. Compri le stesse cose al supermercato. Vivi con la stessa persona per tutta la vita e, per tutta la vita, ti lamenti sempre delle stesse cose: un rimuginare che logora la psiche.

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pensieri ci rendono schiavi

Poi qualcosa rompe l’equilibrio che credi di avere: i pensieri ci rendono schiavi ma la tua anima si ribella

   Una scossa emozionale, un sisma. Segnali di un organismo che non crede alle leggi della mente ma vuole dare spazio alle emozioni dell’anima, quelle che stai tenendo all’ombra di un passato che non esiste più, le stesse che dai in pasto, quotidianamente, a ipotetici ragionamenti che ti consentiranno, un giorno, di vivere meglio. Ma non oggi. Non adesso. Quindi aspetti. Pensiero dopo pensiero. Pippa mentale dopo pippa mentale. Costruisci la tua identità pensando e rimani in attesa mentre la vita ti scorre alle spalle.

i pensieri ci rendono schiavi

Le scosse del sisma si fanno sempre più forti. Si tramutano in ansia. Stress. Depressione

   Ti senti a disagio, inadeguato. Prurito su tutto il corpo. Attacchi di panico. Mal di testa. Irritabilità. Ti senti Apatico. Cambi di umore. Ti stanno tutti sul cazzo! Sei depresso. Insoddisfatto. Deluso.

   Le capacità innate che possiedi per emozionarti ed essere felice sono rimaste in cantina a invecchiare insieme al vino che ti vorresti scolare per non pensare, ma non lo fai! Non è mai il momento giusto per aprirlo e gustarlo. Aspetti.
   Per spegnere il cervello hai bisogno di qualcosa che ti stimoli, hai continuamente la necessità di cambiare le cose. Non c’è niente che vada bene, niente che possa essere apprezzato così com’è! Spendi un capitale per beni materiali assolutamente inutili e sogni guardando i film perché non riesci a essere protagonista della tua vita. Cerchi qualcosa che ti faccia sentire vivo perché, in realtà, non lo sei! Stai vivendo una vita pensata. Ragionata. Non sai più cos’è l’istinto. Oscuri le sensazioni. Ti sei identificato con la mente.

Sulle Ande, le popolazioni guardano al passato e al futuro in modo inverso

La vita è adesso

L’esperienza insegna? O condanna?

 

Roberto Puccio

   

Non essere capaci di smettere di pensare è un male terribile ma non ce ne rendiamo conto perché quasi tutti ne soffrono, per cui è considerato normale. Questo rumore mentale incessante vi impedisce di trovare quel regno di quiete interiore che è inseparabile dall’Essere. Esso crea anche una falsa identità mentale che getta un’ombra di paura e sofferenza.

Pensare è diventata una malattia, e la malattia si sviluppa quando c’è uno squilibrio. Voi non siete la vostra mente. 

L’identificazione con la mente crea uno schermo opaco fatto di concetti, etichette, immagini, giudizi e definizioni che blocca ogni vero rapporto interpersonale, si frappone fra te e la tua interiorità, fra te e il prossimo, fra te e la natura fra te e Dio.

Nel momento in cui inizi ad osservare la parte di te che pensa, dissociandoti dalla mente, si attiva un livello superiore di consapevolezza, comprendi che esiste un vasto regno di intelligenza oltre il pensiero e che quest’ultimo è solo un aspetto minore. Comprendi anche che le cose che contano davvero come la bellezza, l’amore, la creatività, la gioia, la pace interiore, sorgono al di là della mente.
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