Nevrosi e seghe mentali: una prigione fatta di pensieri
Nevrosi e seghe mentali. Disturbi psicologici che possono manifestarsi attraverso varie forme, influenzando profondamente la vita delle persone. Spesso, chi soffre di nevrosi si trova intrappolato in un ciclo di pensieri intrusivi e preoccupazioni costanti, che portano a una condizione nota comunemente come “seghe mentali”. Questo termine colloquiale descrive la frustrazione e l’angoscia di chi è incapace di distaccarsi da esperienze passate o di affrontare in modo sereno le ansie legate al futuro. In questo contesto, la persona si ritrova a vivere una vita segnata dall’agitazione e dalle rinunzie, rimane ancorato a quello che ha percepito nelle esperienze pregresse, inquinando la prospettiva futura e perdendo la percezione dell’unica cosa palpabile: il presente.
Nevrosi e seghe mentali: l’effetto delle esperienze passate sulla psiche
Le esperienze pregresse possono avere un impatto devastante sulla salute mentale di un individuo. Per molte persone, eventi traumatici o stressanti del passato diventano ricordi ossessivi, impulsi involontari che invadono l’equilibrio mentale alterando la percezione delle cose e spingendo l’acceleratore su ragionamenti labirintici dai quali non si riesce a tirarsi fuori. Le seghe mentali si manifestano quindi come un tentativo di elaborare e controllare questi ricordi, ma finiscono per generare solo ulteriore agitazione. senso di impotenza. Ansia.
Un errore comune: credere di avere imparato dalle esperienze
Siamo pieni di consapevolezze…
Esperienze che hanno forgiato il nostro carattere insegnandoci cosa è giusto e cosa è sbagliato. Abbiamo imparato la lezione e adesso, raggiunta questa consapevolezza autoproclamata, siamo in grado di gestire il nostro tempo senza commettere gli stessi errori; ecco l’inghippo!
Accendiamo lampadine su un sentiero che non abbiamo mai percorso, ma che abbiamo esaminato attentamente, pensando. Previsioni. Riusciamo a cogliere l’errore da non commettere precludendoci di vivere, lo facciamo attraverso proiezioni che ci fanno vivere la finzione. Siamo registi di un film mentale che continuiamo a vedere soltanto noi. Una quotidianità immaginaria, sovrastata da pensieri partoriti da un vissuto che non esiste più, ma che continua ad avere il controllo delle nostre emozioni. Del nostro tempo.
L’errore ancora più grave: tramandare l’insegnamento. Trasmettere nevrosi e seghe mentali
“Se ti comporti così ti succederà questo…” ,”Quando crescerai capirai che…”, “Non dovresti fidarti, rischi di…” , “
Abbiamo accumulato esperienze che ci hanno fatto maturare, già! A tal punto da poter identificare il pericolo ed evitare il dolore a qualcuno che ancora detiene il coraggio di vivere, o semplicemente, non ha ancora sperimentato esperienze che lo allontanano dalla realtà. Così, dispensiamo insegnamenti che hanno una parola d’ordine: prevenire. Evitare. Sottrarsi. A cosa? Alla vita. Alle esperienze. A nuove opportunità.
Dovremmo imparare dai nostri figli a vivere il presente, e invece insegniamo loro come farsi le seghe mentali
L’errore: tramandare le nostre paure come se fossero perle di saggezza, invece che merde calpestate di cui soltanto noi, dopo anni, sentiamo ancora il puzzo. Abbiamo la mente allucinata. L’aria che respiriamo dentro il guscio in cui ci siamo rinchiusi, quella zona confortevole da cui non riusciamo a venire fuori, ha lo stesso effetto di un allucinogeno che ci fa perdere il contatto con la realtà, che ci consente di lamentarci, quotidianamente, sempre delle stesse cose come se fossimo posseduti da un pensiero perpetuo che si ripete all’infinito.
Trasmettere ansie, convinzioni, retaggi culturali che appartengono a una generazione che ha vissuto un altro periodo e che non ha niente da spartire
Smettere di farsi le seghe mentali. Come?
Si può smettere di bere. Smettere di fumare. Smettere di giocare d’azzardo. Quello che per molti sarà più difficile è smettere di pensare e tornare a vivere, perché, pensando, abbiamo smesso di utilizzare i sensi, abbiamo smesso di percepire quello che il nostro organismo ci trasmette ora, nell’adesso.
Nevrosi e seghe mentali: le radici dei conflitti irrisolti
“La nevrosi può originare da una serie di fattori, tra cui predisposizioni genetiche, esperienze infantili, e situazioni di vita stressanti. Spesso, le persone che vivono con ansia e nevrosi hanno una storia di eventi dolorosi o conflitti irrisolti.” Mi sorge una domanda: chi non ne ha?
Tutti abbiamo subito degli eventi dolorosi, il problema è lasciare il conflitto irrisolto!
Non sto qui a classificare la gravità dell’evento doloroso, tanto, se ci guardiamo alle spalle, c’è sempre qualcuno che sta peggio di noi. Quindi, tranne per il caso in cui non esista una reale soluzione scientifica al problema, nella maggior parte dei casi siamo solo produttori seriali di seghe mentali. Dobbiamo farcene una ragione piuttosto che giustificare il nostro comportamento identificandoci con il dolore, il vittimismo, la ricerca di compassione, l’approvazione. Farcene una ragione per esserne consapevoli e cambiare atteggiamento.
Il ciclo dell’agitazione
Il ciclo dell’agitazione inizia con un pensiero intrusivo, che può essere legato a un errore passato o a una preoccupazione per il futuro. Questo pensiero si amplifica, portando a una ruminazione continua che consuma tempo ed energia. La persona si ritrova così a rimuginare su cosa avrebbe potuto fare diversamente, alimentando un senso di colpa e vergogna. La ripetizione di questi pensieri crea un circolo vizioso difficile da spezzare.
Il futuro come fonte di ansia
Oltre a essere tormentati dal passato, molti individui con nevrosi sperimentano una profonda preoccupazione per il futuro. Questa ansia anticipatoria può manifestarsi in vari modi, tra cui la paura del fallimento, l’insicurezza nel prendere decisioni e il timore di perdere il controllo. Tali sentimenti possono portare a rinunzie significative, come evitare opportunità lavorative o relazioni, in un tentativo di proteggersi da ulteriori delusioni.
Strategie per affrontare la nevrosi
Affrontare nevrosi e seghe mentali richiede un approccio multidimensionale. Prima di tutto, è fondamentale riconoscere la propria condizione e accettare che chiedere aiuto è un passo importante. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, è una tecnica efficace per modificare i modelli di pensiero disfunzionali. Attraverso il dialogo con un professionista, le persone possono imparare a gestire le loro emozioni e a sviluppare strategie per affrontare l’agitazione.
Mindfulness e tecniche di rilassamento
Le tecniche di mindfulness e rilassamento possono svolgere un ruolo cruciale nel ridurre l’agitazione e migliorare il benessere psicologico. Pratiche come la meditazione, la respirazione profonda e lo yoga aiutano a riportare l’attenzione al presente, permettendo di distaccarsi dai pensieri ossessivi. Questi strumenti non solo migliorano la consapevolezza, ma possono anche ridurre la tolleranza allo stress, creando uno spazio mentale più sereno.
Evitare le rinunzie
Un aspetto critico della gestione della nevrosi è la necessità di evitare le rinunzie. Molte persone rinunciano a situazioni sociali e opportunità lavorative a causa della paura e dell’ansia. Questo comportamento, sebbene possa sembrare un modo per proteggersi, in realtà alimenta ulteriormente il ciclo di ansia e isolamento. È importante esporsi, anche gradualmente, a situazioni che suscitano paura. Mettere in dubbio le proprie “consapevolezze”, aprirsi al nuovo e affrontare le paure senza ricadere nella trappola delle seghe mentali.
“Chiamarle seghe mentali è riduttivo, le mie sono delle scopate in grande stile”
Roberto Puccio
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