Avari e ricchi!
In questo secondo articolo dedicato ai 7 peccati capitali parliamo di AVARIZIA. Voglio entrare nel cuore della questione con un paio di esempi che rappresentano l’atteggiamento classico da Paperon de’ Paperoni!
Paul McCartney è stato un membro dei Beatles. Ad oggi, il suo patrimonio ammonta a circa un miliardo di euro! Non ci crederete, è un avaro. Un taccagno!
In occasione del festeggiamento del compleanno di sua moglie (e sottolineo sua moglie), gli invitati sono stati trattati come dei clienti, considerato che hanno dovuto mettere mano nel portafogli per pagare ciò che hanno consumato da bere!
L’attore Steve Mc Queen non era da meno!
Lasciava pagare spesso il conto agli altri: un po’ come quando vai al bar, sempre con le stesse persone, e quando è ora di pagare ricevi una telefonata che, casualmente, ti allontana dalla cassa! Inoltre, durante le riprese era sua abitudine richiedere accessori o vestiti, come rasoi e jeans utilizzati nel set, per portarli a casa.
Con un patrimonio di circa 215 milioni di dollari Rod Stewart è uno dei cantanti più pagati al mondo!
In un concerto a Rio de Janeiro, nel Capodanno del 1994, raccolse la cifra record di 3,5 milioni di persone presenti (stimate, ovviamente).
Eppure, l’avarizia colpisce anche chi fa numeri da capogiro! A una cena, dopo aver pagato il conto, Rod Stewart ha controllato in auto la ricevuta e si è reso conto di aver pagato una bottiglia d’acqua senza averla mai richiesta. Beh, è tornato indietro e si è fatto restituire la differenza.
Cos’è l’avarizia?
L’avarizia denota una scarsa predisposizione a spendere denaro, un esagerato attaccamento ai soldi. È strettamente legata all‘avidità in cui vige il desiderio incontrollato di avere il possesso su tutti i fronti: denaro, cibo, oggetti, animali ecc.
I Buddhisti, per esempio, ritengono che la causa che fomenta l’avarizia sia l’erronea associazione tra il benessere che ti può recare un bene materiale e la felicità. E questo noi lo sappiamo bene… Totalmente incapaci di discernere fra un bene che può caricarti di euforia ed eccitazione con qualcosa che, invece, è strettamente legato allo spirito.
La lupa di Dante, nel canto dell’inferno, rappresenta l’avarizia
L’avarizia rappresenta per Dante la causa prima del disordine morale e politico in cui versava l’Italia del primo Trecento. Virgilio dopo aver tratto in salvo Dante dalla belva, gli profetizza l’avvento di un misterioso personaggio: un cane da caccia che ucciderà la lupa ricacciandola nell’Inferno, quindi liberando l’Italia dall’avarizia per ristabilire finalmente la giustizia. Altro che Andreotti e Berlusconi!(cito questi due loschi personaggi perché li ho presi d’esempio parlando di SUPERBIA)
Avarizia, Freud e FASE ANALE!
Lo so. Ti stai chiedendo cosa diavolo centri l’avarizia con la fase anale… Sinceramente, da ignorante, me lo sono chiesto anch’io e se hai un po’ di pazienza te lo spiego. Secondo Freud, il bambino ricerca istintivamente il piacere attraverso vari organi, per mezzo di diverse zone erogene. Il filosofo, neurologo e psicoanalista sostiene che nello sviluppo psicosessuale di un bambino esistono 5 fasi. Ti descrivo le prime due per arrivare al punto…
La prima fase, quella che va dai 0 ai 18 mesi di vita, è definita fase orale
Il bambino si concentra sull’eccitazione che gli provocano la cavità orale e le labbra con cui conosce il seno della madre. In seguito, si relazionerà con il mondo portando oggetti alla bocca e, alla comparsa dei primi dentini, continuerà a provare piacere provando a mordere e masticare tutto quello che gli capita sotto tiro. Egoista ed egocentrico, crede che il mondo sia tutto lì e che appartenga a lui, alla sua bocca: la zona orale in cui si concentra la libido diventando una zona erogena.
Un’eccessiva stimolazione della zona orale può dare i suoi “frutti”
Dalla lunghezza più o meno protratta di questo periodo, in seguito, potrebbe manifestarsi nel soggetto in questione il bisogno di un’eccessiva stimolazione della zona orale: suzione, alimentazione. Da adulto, l’individuo potrebbe essere incline a manifestare vittimismo, e sviluppare pratiche oralmente dipendenti, quali tabagismo, alcolismo, logorrea.
L’avarizia può essere dettata dalla seconda fase, quella che va dai 18 ai 36 mesi: fase anale
In questa seconda fase, il bambino focalizza i propri interessi dalla zona orale a quella anale. Questo avviene attraverso lo sviluppo fisico in concomitanza all’acquisizione del controllo dello sfintere: gestendone i movimenti, in autonomia, acquisirà indipendenza e autostima.
Proverà un istintivo interesse e piacere per i propri escrementi…
Proprio così, ma attraverso le ripartizioni dei genitori che lo obbligheranno ad autocontrollarsi e a utilizzare il vasino, può provare angoscia e frustrazione riconducibili al rapporto individuo/società.
Secondo Freud, l’incapacità di risolvere i conflitti in questa fase può portare allo sviluppo, in età adulta, di alcuni aspetti caratteriali legati a quella che Freud stesso definisce una fissazione che può essere manifestata in due modi: anale espulsiva o anale ritentiva.
Anale espulsiva
Qualora ci fosse stata un’eccessiva gratificazione nella fase anale, essa porta allo sviluppo di una fissazione anale espulsiva. In genere si verifica quando i genitori sono stati troppo permissivi con l’educazione e il bambino sarà portato a defecare immediatamente prima o dopo essere stato posto sul vasino o in luoghi non opportuni.
In futuro, gli aspetti che marcheranno il carattere anale espulsivo sono riconducibili a una personalità estremamente disordinata, crudele, e distruttiva, con tendenza alla manipolazione.
Anale ritentiva
Al contrario, e cioè quando la gratificazione non sia stata soddisfacente, la fissazione sarà di tipo anale ritentiva. A dispetto dell’educazione fornita dai genitori, il bambino proverà piacere nel trattenere le feci.
In futuro, il carattere anale ritentivo sarà caratterizzato da testardaggine e ostinazione, con una forte attenzione ai dettagli, parsimonioso e AVARO con il denaro per un estremo senso del possesso. Una personalità organizzata ma ossessionata per l’ordine e l’igiene.
L’avarizia è una prigione
Le persone avare, taccagne, pidocchiose, tirchie, spilorce… non mettono i soldi da parte per realizzare un progetto ma lo fanno con il solo obiettivo di mettere i soldi da parte! L’aspetto più grave non riguarda solo l’attaccamento al denaro, alle cose, ma comprende anche una capacità molto limitata di condivisione dei propri affetti, dei sentimenti, delle emozioni… Vivono nel timore della condivisione, nella paura di essere privati dei loro beni, tenendo a freno ogni emozione che potrebbe fargli perdere il controllo. Un prigionia mentale che li accompagnerà fino alla morte.
“Quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: ‘Roba mia, vientene con me!’.”
Giovanni Verga