Essere o apparire? Questo è il problema. Ad ogni modo, conta chi ce l’ha più lungo!
Quando avevo 13 anni non mi ponevo la domanda esistenziale “essere o apparire?” ma si faceva a gara a chi ce l’aveva più lungo. Così, correvamo in bagno con un righello e misuravamo le nostre incertezze, eravamo un branco, che si muoveva per istinto, in cerca di rassicurazioni.
Di conseguenza al risultato ottenuto dalla misurazione, il tuo pene veniva etichettato da un nomignolo che, nel bene e nel male, rendeva l’idea del riscontro acquisito, un nome che rendesse giustizia: pitone, anguilla, manubrio, manico, stroppone, capitone, pingone, banana… Oppure, al contrario, un termine con cui essere deriso fino alla morte: pisellino, uccellino, belino, favetta, biscottino, bigolo…
Dopo i quarant’anni la storia è la stessa. La gara a chi ce l’ha più lungo continua: VESTITI, AUTO, CASE…
L’istinto è stato pugnalato dalla razionalità e ha preso il sopravvento il desiderio, incontrollato, di omologarci agli altri confrontandoci con una scala gerarchica tenuta su da materialismo, apparenza, inutilità e nevrosi psichiche. Ci si maschera con il vestito più costoso, l’auto più veloce, la casa più grande… Per essere o per apparire?
A prescindere dall’essere o dall’apparire, personalmente, non mi sento più in competizione. La gara a chi c’è l’ha più lungo prevede una contesa che non è più frutto di un istinto tenuto su (giusto per rimanere in tema) da una leggerezza adolescenziale ma è madre di una stupidità esistenziale che ha partorito pensieri omologati. Pecore. Una segue l’altra!Che tu decida di essere o di apparire non saldare la tua personalità alle cose che possiedi
Essere o apparire? Un dilemma carico di conseguenze
Puoi essere semplicemente te stesso. Alla ricerca del tuo “io”. Delle ragioni esistenziali che coinvolgono il tuo modo di vivere. Quando “SEI”, tendenzialmente piaci a pochi. Quelli che ti conoscono veramente. Non fai colpo sulla massa, non è nel tuo interesse.
Quando appari, non piaci a nessuno. Quello che conta è ciò che possiedi. Cerchi l’approvazione. Il complimento. Vuoi sentirti accettato. Sei dipendente dall’immagine che ti restituisce lo specchio. Vuoi appartenere a una categoria. Ad ogni costo. Purtroppo, il costo di una società che vuole apparire, viene pagato da chi non ha altre risorse
1° punto: i Vestiti
Personalità catalogate dai marchi. Vestiti costosissimi, nati dallo sfruttamento della manodopera. Ci fanno apparire come una categoria di…
I più grandi colossi della moda europea sfruttano i lavoratori in Romania. Per sfruttamento si intende una condizione di lavoro che non permette di associare la parola dignità al proprio stile di vita. Un salario che copre soltanto il 14% di quello che, per legge, dovrebbe essere il MINIMO GARANTITO.
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LA MANIPOLAZIONE DELL’ANIMA
Quindi, scriviamolo in grande visto che si tratta di “grandi marchi” che ci permettono di APPARIRE con stile per ESSERE dei coglioni di prima categoria
“ARMANI, DOLCE E GABBANA, HUGO BOSS (da oggi cambierò profumo), BENETTON, LEVI STRAUSS, LOUIS VITTON, ZARA…”
10.000 fabbriche di lavoratori sfruttati, sottopagati, costretti a fare prestiti per ricevere cure mediche dignitose, lavorano a capi d’abbigliamento come questa maglietta, prodotta in condizioni prive di dignità. Costa 575 euro.
Ovviamente lo sfruttamento riguarda anche marchi minori, low cost, ma non per questo di minore importanza! Con un patrimonio di 70 miliardi di dollari, il marchio Zara viene nominato in un reportage scandaloso che hanno mandato in onda in rai nel 2017
Questa, l’etichetta che dovrebbe essere posta sui capi d’abbigliamento
Non solo, oltre al danno, la beffa…
Il mercato parallelo ha, da sempre, ricevuto ovazioni per le contraffazioni. Ora, capisco bene che con soli 100 euro ti porti a casa una maglietta contraffatta che ne costerebbe 500; “grande affare!” Ma, se ti capita il contrario, sei proprio un coglione con la C maiuscola: compri in negozio, a prezzo pieno, una maglia contraffatta.
SPERO CHE L’IMMAGINE RENDA L’IDEA!
Essere o apparire. 2° punto: L’auto
Un altro uso e costume comune per sotterrare l’essere e concentrarsi sull’apparire è acquistare auto che, molto spesso, non possiamo nemmeno permetterci
Inutile fare polemica sul tizio riccone che compra una Ferrari perché, semplicemente, può permetterselo, infondo, siamo tutti più ricchi di ciò che crediamo. E altrettanto inutile sottolineare la stupidità di chi non potrebbe permetterselo e la compra lo stesso per tenerla posteggiata. Piuttosto, vorrei capire cosa sta spingendo la massa ad acquistare auto che, di buono, in base ai gusti soggettivi, hanno soltanto caratteristiche estetiche:
i SUV…
È una cosa che ancora mi stupisce… Auto grosse come i gonfiabili per i bambini; sembra stiano per esplodere. Alcune sembrano delle edicole, altre, dei carri armati. Cos’è che le rende affascinanti agli occhi della gente visto che sono:
- Pesanti
- Ingombranti
- Consumano più carburante
- Non sono né un berlina e manco una jep
- Non sai mai dove parcheggiarle
- Costano di più
L’unica risposta plausibile è stata: “Hanno la posizione di guida più alta”, STI CAZZI! Ecco, quindi, l’unica motivazione per cui scegliere un SUV: apparire più alti. Eccoti, invece, 5 motivazioni per non comprare un SUV.
Un dato preoccupante per l’ambiente: Secondo la International Energy Agency i SUV inquinano così tanto da rendere inutili le riduzioni di emissioni delle auto elettriche
Pensa un po’: l’aumento della produzione dei Suv, dato da una richiesta sempre più alta, potrebbe rendere assolutamente inutili i vantaggi derivanti dalla diffusione, tra l’altro molto lenta per questioni di interessi, delle auto elettriche. Che dire, se hai acquistato un Suv, complimenti per l a scelta sensata!
Essere o apparire. 3° punto: la casa
Quando vuoi apparire, piuttosto che essere, ti circondi di cose inutili
“Parton dal pratino e vanno fino in cielo, ha più parabole sul tetto che San Marco nel Vangelo”
Frankie hi-nrg mc
A chi non piacerebbe svegliarsi e fare colazione sul prato all’inglese accanto il bordo della piscina? Se poi abbiamo un campo da basket, pallavolo e mini golf, pista da boowling nel seminterrato, sala cinema e percorso esterno da fare con i Quad che teniamo parcheggiati in uno spiazzale di pertinenza… Beh, allora, il mondo può andare a farsi fottere, insieme ai vari covid-19 i prossimi dpcm e le quarantene, se mai ce ne saranno ancora.
A questo punto, senza aggiungere altro, ti invito a fare un esperimento…
Soffermati per qualche secondo a osservare questa foto, poi, guarda il video che ti propongo: immagini raccapriccianti: alcune delle case più care al mondo. Lascio a te la parola finale nei commenti!
Roberto Puccio
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c
bello!!!
Che dire? Il video non ho neanche finito di vederlo. Resto incredula ogni volta che mi si ripropongono le immagini di questa e altri bambini. Non comprendo perché ancora esista un divario cosi enorme: troppo ricchi e troppo poveri. Perché non facciamo nulla di concreto ma anzi continuiamo a sfruttare questa situazione. Non sono indifferente a tutto questo e chi mi conosce lo sa.
Credo che il concetto dell`ESSERE farà sempre la differenza: determina la nostra unicità e la nostra identità.
Sarebbe bello se chi APPARE e ostenta potesse riappropriarsi del proprio essere e contribuire a ridurre il divario di cui sopra.
APPARIRE è un concetto che non mi è mai appartenuto sin da ragazza, non ho mai amato omologarmi, non ho mai sentito il bisogno di ricevere consensi e approvazioni da qualcuno, piuttosto mi tiravo fuori da sola da situazioni a ME non adatte. Sarà per questo che vivo una vita solitaria fatta di pochissime persone, quelle simili a me. Cerco di trasmettere lo stesso anche a mio figlio; dovrà “misurarsi” SOLO con la testa. Poi probabilmente anche lui farà gli stessi giochi ma…non vorrò saperlo 🤣
E comunque riconosco che la nostra società contribuisce sempre più a rafforzare il concetto dell apparire e non quello dell essere: vedi il divulgarsi dei social attraverso cui tutti danno un immagine di sé diversa dalla realtà emulando qualche icona, offrendo di sé ciò che vogliono emerga. È tutta finzione alimentata dal bisogno di sentirsi accettati.
Ci sarebbe tanto da dire ma credo che il pippone possa anche terminare. Mi scuso per essere stata prolissa.
Credo che sia estremamente vero quando, parlando di te stessa, dici di vivere in solitaria con un ristretto numero di persone: è più semplice. Pochi ma buoni. Circondarsi di persone che sanno chi sei veramente e con cui non hai bisogno di fingere, di apparire, è un bene prezioso: rischi, altrimenti, di non essere mai padrone della tua vita, perché col tempo ti trasformi in ciò che la gente vorrebbe che fossi. È pur vero che il problema riguarda principalmente le nuove generazioni che, per apparire, hanno tecnologie che consentono un trasformismo senza precedenti con cui vivere una vita irreale.